martedì 30 agosto 2011

Mille emozioni al 5° Memorial Marcellino Scuro (Articolo estratto da Calabria Ora)

Vi riportiamo di seguito, un estratto dell'articolo uscito nei giorni scorsi sul quotidiano Calabria Ora, a proposito dello svolgimento del quinto torneo di calcetto intitolato a Marcellino Scuro.

Un memorial e mille emozioni: allo stadio di San Tommaso non è mancato, di certo, lo spettacolo per la quinta edizione del torneo calcistico intitolato a Marcellino Scuro. In memoria del dipendente comunale, scomparso più di quattro anni fa, i partecipanti al memorial hanno fornito una prestazione sportiva e soprattutto umana, a rappresentare una delle poche manifestazioni veramente riuscite in quest’estate bisignanese. Allo stadio in erba della parrocchia, rimesso in sesto dal restyling gentilmente offerto dalla Scuola Calcio Bisignano, si è tenuto un triangolare con la partecipazione di una selezione degli amici, dei nipoti e dei dipendenti comunali.
Ogni partita del triangolare è durata trenta minuti con nove giocatori per squadra e hanno “aperto le danze” i nipoti che hanno affrontato i dipendenti comunali. Per i nipoti, nel primo match, solo un gran rimpianto: dopo esser passati in vantaggio per 2-0, hanno subito la rimonta dei dipendenti comunali che, in “zona Cesarini”, hanno raggiunto il 3-2: una vera e propria beffa. La seconda sfida, dall’età media molto bassa, è stata quella tra gli amici e i nipoti che, anche in questo caso, si sono portati in vantaggio su azione da palla inattiva. La gara, equilibrata ma povera di azioni da gioco, è stata pareggiata negli ultimi minuti dagli amici, che poi soccombono ai calci di rigore. Il terzo match è quello della svolta per gli amici, che hanno sfidato i dipendenti comunali, in una gara molto combattuta e ben giocata da ambedue le parti.
Dopo il primo tempo finito sull’1-0, le squadre si sono allungate, complice la stanchezza, con colpi di scena e attacchi pimpanti. La gara finisce sul 4-1 con gli amici che vincono il memorial, mentre i dipendenti comunali si accontentano, con onore, del secondo posto. Al termine, le premiazioni per le tre squadre partecipanti, con i calciatori, giovani e meno giovani, a ricevere in premio una medaglia. Il riconoscimento più importante, però, arriva per la famiglia di Marcellino e per gli organizzatori: il numeroso pubblico visto a bordo campo vale più di mille azioni di gioco.
(Massimo Maneggio, Fonte: Calabria Ora)
GD BISIGNANO

sabato 27 agosto 2011

Inserito un nuovo membro nel Coordinamento


Vi comunichiamo di aver aggiunto la nostra amica Carmen Tripodi come nuovo membro del Coordinamento del Circolo dei Giovani Democratici. Diamo perciò un caloroso benvenuto nella nostra compagine alla giovane ragazza che avrà l'incarico di occuparsi delle Politiche di Genere. Pertanto, facciamo i nostri migliori auguri alla nuova compagna e le auguriamo di svolgere al meglio il proprio lavoro.

GD BISIGNANO

martedì 23 agosto 2011

Pubblicato il secondo numero de "IL DEMOCRATICO"



Cari lettori e care lettrici, 
è già presente nelle edicole del paese la seconda edizione de "IL DEMOCRATICO", il foglio di informazione del Circolo PD di Bisignano, ma vi mettiamo a disposizione il link dove potete visualizzarlo on-line e scaricarlo, assieme al link dell'edizione precedente:


Buona lettura!

GD BISIGNANO

lunedì 22 agosto 2011

NO allo spostamento delle festività nazionali!

Tra le festività che il governo ha reso "mobili" per evitare il rischio dei ponti ci sono quella del 25 aprile, l’Anniversario della Liberazione, e quella del Primo maggio, la storica festa dei lavoratori. Il decreto emanato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 12 agosto, come componente della “Manovra Bis” le abolisce accorpandole al fine settimana più vicino.

L’Italia in questa maniera non fa altro che dimostrare di essere un paese senzamemoria storica, e noi crediamo che una nazione che privilegia l’oblio anziché la commemorazione, sia una nazione senza valori, destinata al deterioramento e alla decadenza, soprattutto sociale e culturale. Ma questa volta la memoria storica viene soppressa addirittura tramite un decreto.

Consideriamo il problema da un punto di vista etico e morale. Una nazione deve essere tale anche per mezzo di un sistema di simbologie nazionali che servono a rammentare i fatti e le tappe fondamentali del proprio passato. Prendiamo in esempio alcune semplici festività, come la domenica cristiana, il sabato ebraico, il venerdì islamico, esse sono stabilite dai rispettivi libri sacri, un po’ a simboleggiare l’appartenenza a una determinata fede. E dovrebbe essere lo stesso per quanto riguarda l’appartenenza a una determinata patria, a una specifica nazione. Questo senso di appartenenza è secondo noi comunicato da tre feste nazionali in Italia: la Festa della Liberazione dall’oppressione nazifascista che ricade il 25 aprile, data scelta per commemorare l’insurrezione generale che portò alla liberazione della maggior parte delle città italiane durante la seconda guerra mondiale; la Festa del Lavoro, per commemorare i traguardi raggiunti in campo sociale ed economico dalla classe dei lavoratori e le vittime della lotta operaia, che ricade il primo giorno di Maggio, più la festa della Repubblica. Tre feste che stanno a rammentare le tappe più importanti della nostra storia. Provate a dire a un francese (di qualsiasi orientamento politico o religioso) di spostare la festività nazionale della presa della Bastiglia dal 14 luglio, o ad un americano di spostare il giorno del Ringraziamento, cosa vi risponderebbe? Oppure, per rafforzare il concetto, pensiamo a un evento sportivo, che è comunque meno importante: se l’Italia ha vinto il mondiale il 9 Luglio 2006, possiamo ricordarlo il 10 Luglio? Oppure l’8 Luglio? Chi ci rassicura che dietro questa operazione non ci sia il disprezzo verso la nostra storia nazionale da parte di qualcuno che, ora dietro il problema della crisi, vuole cercare di soddisfare? Non a caso siamo governati da gente che non si sente italiana, tipo i Leghisti. Allo stesso modo  è concesso ragionare su Silvio Berlusconi, il cui patrimonio di ideali è sempre ed in ogni caso il culto della propria persona (spesso indecente, come abbiamo potuto apprezzare) e soprattutto del proprio tornaconto. L’affronto è a quelli che vogliono sentirsi uniti nell'Italia attraverso queste feste, se consideriamo il fatto che, ad esempio, tutte le festività religiose, in quanto sostenute dal Concordato, vengono preservate nella loro data originale. Si constaterà perciò una sorta di paradosso: ciò che è cattolico, cioè patrimonio di una parte, verrà celebrato da tutta la popolazione; mentre ciò che è di tutti, visto che "italiano" è una categoria che racchiude tutte le altre classi (atei, cattolici, protestanti, musulmani) non verrà neanche più celebrato.



E questo per giunta, assicurano gli esperti, senza nessun vantaggio, anzi con molti inconvenienti economici. Consideriamo infatti la questione da un punto di vistaeconomico. Lo spostamento delle festività nazionali alle domeniche ferisce l'industria del turismo che trae beneficio dai pochi giorni di "ponte" che permettono agli italiani di viaggiare per usufruire di qualche giorno di vacanza. I ponti legati alle festività nazionali sono un gran vantaggio per l'industria turistica, soprattutto quelli che riguardano Maggio e Giugno, grazie alle quali si possono prospettare offerte che danno il via anticipato all'estate. Per questo la proposta attuata dal Governo si mostra demagogica e priva di effettivo valore finanziario, dato che scambia pochi giorni di presunto recupero di produttività con molti più giorni di sicuri guadagni legati ai ponti delle festività per tutto il settore turistico, nei campi delle attività ricettive, del commercio e della ristorazione. La CGIL si è subito schierata contro la proposta e ha disposto una petizione per reclamare l’annullamento.
Infine concludo affermando che la storia non si può e non si deve cambiare, se qualcuno cancella la memoria o manipola il passato non sappiamo dove si andrà a finire, non sapremo se la nostra identità come nazione unita possa rimanere intatta. La politica della risparmio, dell’equilibrio e della lotta agli sprechi è lecita, anzi necessaria al giorno d’oggi. Però non si può pensare che le sorti economiche della nazione si salvino spostando, a seconda delle eventualità, due feste che sono alle radici della nostra storia e della Costituzione.
Non c’è assolutamente l’obiettivo di difendere nessuna ideologia: il 25 Aprile è una festa laica, cristiana, comunista, socialista, repubblicana, che oltre a celebrare la Resistenza ricorda anche  la fine della più infausta e disgraziata delle guerre.
Non liquidiamo il passato. Anche se il Pil può dirci molto sulle condizioni di un Paese, la dignità ci dice molto di più. Infine ci tengo a ricordare solamente una cosa: una sola volta nella storia si è pensato di toccare la festa del Lavoro, ed è infatti fu tolta: eravamo sotto il Regime Fascista. Per fortuna arrivò il giorno della Liberazione, e venne riammessa.

Umile Fabbricatore

Vi riporto qui di seguito un estratto del Decreto e il link della petizione proposta dalla CGIL.

"A decorrere dall'anno 2012 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, da emanare entro il 30 novembre dell'anno precedente, sono stabilite annualmente le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la Santa Sede, nonchè le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni in modo tale che, sulla base della più diffusa prassi europea, le stesse cadano il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica".